:: LA CASA DEL FARE

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Premessa

 


La scuola è in fase di riorganizzazione e di innovazione mirata a ricercare una nuova qualità nella metodologia per l'insegnamento e l'apprendimento.
L'Autonomia avrà successo solo se si riuscirà a far decollare una didattica e una metodologia che coinvolgano insegnanti ed allievi in un'attività di laboratorio quotidiano, che conducano i ragazzi ad acquisire e rafforzare competenze anche e soprattutto in campo disciplinare.
Oggi convivono varie tipologie di didattica: quella per obiettivi, attenta più all'apprendimento che all'insegnamento; la didattica per mappe concettuali, basata sulla trasversalità delle discipline e la didattica per progetti, di ispirazione reticolare , basata sul curricolo dinamico organizzato per competenze. In questo contesto il modello di insegnamento è destinato a mutare.
Compito prioritario della nuova scuola è la creazione di ambienti idonei all'apprendimento che abbandonino la sequenza tradizionale lezione-studio individuale-interrogazione per dar vita a comunità di discenti e docenti impegnati collettivamente nell'analisi e nell'approfondimento degli oggetti di studio e nella costruzione dei saperi condivisi.
[1] In questa affermazione è sancito il superamento della scuola come pura trasmissione di un sapere definito a priori, a vantaggio di una scuola che sappia realizzare ambienti finalizzati e funzionali all'apprendimento. In un ambiente funzionale all'apprendimento, l'allievo capisce e impara, mentre il docente elabora e realizza le premesse e le condizioni, predispone un agire in un contesto che produca conoscenze e competenze. La scuola delle competenze, ossia delle conoscenze apprese e agite in contesto, si fonda su una rinnovata operatività cognitiva e culturale dei soggetti che la abitano.
Porre al centro dell'attività didattica il diritto di ognuno di apprendere, per quanto appaia un fatto scontato, è in realtà una prospettiva di cambiamento radicale, rovesciata rispetto agli impianti più tradizionali della scuola.
Fino a quando la scuola si è basata sulla trasmissione del sapere, alla didattica poteva essere sufficiente indagare su quali fossero le modalità più idonee per realizzare quella trasmissione.
Per progettare, mettere in atto e verificare contesti e situazioni di apprendimento, la scuola deve invece porsi in una logica di ricerca permanente, che sappia sostenere in modo adeguato la sua capacità di attivare strategie, esperienze e azioni che producano abilità , competenze e capacità.
Una dimensione progettuale della scuola impone alla didattica di istituirsi come dimensione sistematica capace di analizzare problemi, individuare strategie e strumenti opportuni, mettere in atto metodologie adeguate, verificare i risultati.

Non ci sarà innovazione senza questo cambiamento radicale.

Al docente, oggi, si chiede di analizzare i saperi essenziali delle discipline, di organizzarli in competenze e di collegarli ai diversi processi e contesti di apprendimento degli alunni. Un insegnante inteso come mediatore delle conoscenze, regista della comunicazione, figura che crea occasioni di apprendimento in diversi ambienti e con diversi stili cognitivi. Un docente che da intellettuale garantito e al contempo ingessato dal rapporto fra mandato istituzionale e libertà d'insegnamento diventa professionista della progettualità didattico-educativa, capace di esprimere una progettualità condivisa, di assumere individualmente e collegialmente responsabilità, di verificare e valutare l'efficacia del proprio lavoro, di accettare valutazioni anche esterne dell'efficacia del sistema cui appartiene e che il suo lavoro contribuisce a rendere "efficace ed efficiente". Un docente quindi che non si limiterà più a spiegare o a trasmettere determinati contenuti disciplinari in modo monodirezionali, ma si porrà nelle condizioni di costruire la conoscenza in un rapporto di interpretazione, co-interpretazione e condivisione dei significati, organizzando il sapere secondo i caratteri di multilinearità e reticolarità.
Considerata la normativa ( DPR 8/03/99, n. 275; DM 19/07/99 n. 179,art. 1; DM 234/00 ) e i nuovi curricoli che aprono la porta a una nuova didattica fortemente centrata sulla ricerca, sul laboratorio, sull'interazione col territorio, la Biblioteca Scolastica Multimediale, attraverso i suoi progetti e le sue attività, opera sia rispetto alla formazione degli alunni, sia alle modalità d'insegnamento dei docenti. La BSM oltre ad essere la cerniera con il progetto delle classi, funge, grazie alle sue attività promozionali, culturali, educative e didattiche, da motore per l'innovazione della scuola.
La prospettiva della scuola riformata, della scuola delle "competenze"e dell'imparare ad imparare,del saper fare e dell'intelligenza duttile, richiede la pratica di una nuova didattica corrispondente alle nuove finalità. Il laboratorio si presenta come la parola chiave di questa nuova didattica.
[2]
In questo ambiente per l'apprendimento, la BSM sviluppa determinate competenze che è possibile sistematizzare in un curricolo e organizzare in un progetto.
La biblioteca rappresenta pertanto il laboratorio per eccellenza, in quanto vengono esperiti e sviluppati sia gli aspetti logico-cognitivi delle competenze disciplinari sia il loro carattere affettivo-relazionale, quale l'interazione con il gruppo classe nella condivisione delle scelte, nella pianificazione del percorso e nella discussione e presentazione dei risultati.
La BSM, organizzata quale centro di documentazione e di risorse per l'apprendimento, nella scuola dell'autonomia è un punto focale e strategico per la crescita culturale e sociale dell'alunno. Partecipando alla vita della biblioteca e avvalendosi delle sue risorse, i docenti potranno rendere i progetti didattici delle discipline più innovativi, ricchi e aggiornati poiché  nella biblioteca vengono attuate strategie d'insegnamento e di apprendimento allo scopo di servire non solo i bisogni culturali, sociali e affettivi degli allievi ma anche gli stessi docenti.
La biblioteca è il laboratorio interdisciplinare che punta alle competenze metacognitive e trasversali (la capacità d'intuizione, l'invenzione, la trasfigurazione, l'investigazione, la creazione, la sintesi, la comunicazione), è il laboratorio operativo e l'officina per il prodursi, il manifestarsi e sperimentarsi di abilità specifiche. L'alunno in biblioteca può utilizzare materiali che favoriscono processi mentali più vicini alle modalità comunicative dell'information age; è protagonista nello svolgimento di attività di conoscenza; opera sull'obiettivo di apprendimento e non sulla prestazione che genera ansia e scoraggiamento; lavora in un clima di interattività, di rispetto reciproco e di accettazione, favorevole alla valutazione positiva del sé, pur in condizioni di impegno; è aiutato a definire le proprie scelte  motivazionali e le proprie competenze cognitive e metacognitive. La biblioteca scolastica in quanto luogo naturale di progettazione di unità didattiche flessibili, dal respiro multidisciplinare e aperte ai contenuti provenienti dall'esperienza/mondo degli allievi, permette il censimento di un ricco atlante di conoscenze/competenze cognitive di peso specifico diverso: di riproduzione del sapere, di comprensione-applicazione delle conoscenze, di analisi e sintesi concettuale, di intuizione-invenzione di nuove conoscenze. Un atlante, questo, sconosciuto al libro di testo
[3]
A supporto dei processi di insegnamento e di aggiornamento della scuola, la biblioteca offre oltre alle risorse informative librarie anche risorse multimediali. Nella scuola non si tratta solo di alfabetizzare informatica, ma anche di sviluppare abilità nell'uso competente delle informazioni(handling skills) e cioè la loro identificazione, valutazione, selezione e organizzazione; esse rimandano ad un apprendimento fondato sull'approccio diretto al documento sviluppando le capacità di recupero dell'informazione e acquisizione delle abilità pratiche di uso e gestione delle informazione. Il bibliotecario diverrà così egli stesso "insegnante" delle abilità di ricerca dell'informazione, aiutando l'alunno, fin dalla scuola primaria, a capire l'organizzazione della biblioteca per potersene servire meglio.
[4]
Ora non ci resta che far affidamento a un corpo docente che voglia migliorare la qualità della scuola, che non si è illuso di rincorrere la forte crescita dell'informazione divenendo propositivo e disposto ad inserire all'interno dei curricoli disciplinari precisi richiami allo sviluppo delle abilità informative e delle competenze euristiche perché "non ci potrà essere offerta di biblioteca se non c'è stata domanda di biblioteca.
[5]
La biblioteca, oltre a favorire l'innovazione didattica, è anche centro di documentazione (art.5 della Bozza di Regolamento del 4/ 03 /98 ). Gli insegnanti conoscono e producono molti documenti, ma questo patrimonio di conoscenze, di esperienze e di strumenti non sempre circola e spesso, con dispersione di tempo ed energie, si riproduce ciò che altri colleghi hanno sperimentato ed utilizzato. La creazione di un "contenitore" di documentazione può costituire la memoria storica del materiale didattico e offrire momenti di confronto per progredire e per migliorarsi.


[1] Roberto Maragliano, L'apprendimento del futuro

[2] Pinotti-Colombo, Curricoli per la scuola dell'Autonomia,2001, pag. 149

[3] Frabboni, "Il lettore ostinato", La Nuova Italia 1983

[4] D.Lombello Soffiato, B.M.Varisco,La bella addormentata si risveglia?, 1996

[5] De Mauro,Corso Formazione Bibliotecari, Torino, 2000