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    :: L'OPINIONE

 

 

 

 

 

 

 

    LA SCUOLA:  E' UNA "FORESTA CHE CRESCE ANCHE SE QUALCHE
    ALBERO CADE"

In questi ultimi tempi , i media hanno posto l’attenzione sul mondo della scuola mettendo in evidenza alcuni episodi, non certo positivi che hanno avuto come protagonisti giovani studenti o anche insegnanti in difficoltà nello svolgere il loro compito educativo. Molti di questi fatti sono riconducibili ad un fenomeno, che, pur con sfumature e gravità diverse, è ormai riconosciuto con il termine di bullismo. Chi fa parte del mondo scolastico sa che non è da sottovalutare poiché è ormai diffuso e può emergere in contesti diversi, coinvolgendo ragazzi di differenti fasce d’età. Da tempo gli insegnanti vi dedicano attenzione, si informano, partecipano a convegni o a corsi d’aggiornamento organizzati dall’istituzione scolastica, ne parlano con gli alunni e soprattutto cercano di cogliere i segnali di un possibile disagio, poiché nessuna realtà, nemmeno la migliore può presumere a priori di essere preservata da questi problemi. Così, ogni volta che i giornali accendono i riflettori su un fatto di violenza giovanile o di scarsa civiltà riconducibile all’ambiente scolastico, giustamente ci si interroga, si aprono dibattiti, si mettono in evidenza fatti analoghi, con analisi legittime ma che talora sono amplificate con il rischio di vedere solo il negativo presente in questa realtà, dimenticando quanto invece c’è di positivo e valido . Questo modo di leggere gli avvenimenti contribuisce a far crescere una visone pessimistica su tutta la scuola, sul lavoro che in essa si svolge e, cosa forse più grave, porta a sviluppare un atteggiamento generalizzato di pregiudizi e sfiducia nei confronti delle nuove generazioni.
Certo vale sempre il proverbio, spesso citato in questi casi : “ Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce” e forse nessun altro è più adatto di questo a descrivere la situazione, poiché il compito che cerca di perseguire la scuola è proprio la crescita, graduale ma costante, degli alunni. Questo dato non fa notizia, ma si può verificare ogni giorno nel lavoro degli insegnanti che, a partire dal vissuto degli alunni, dal loro modo di essere, dalle loro difficoltà, prima riconosciute poi accettate, mettono in atto tutta una serie di esperienze e di percorsi volti a far superare eventuali lacune, sia comportamentali che didattiche, ma soprattutto con il fine di far acquisire e crescere capacità, competenze, conoscenze, che aiutino i ragazzi a strutturare la propria personalità.
Le attività, i progetti o i laboratori proposti possono essere molteplici, più o meno efficaci e stimolanti, ma l’alto valore positivo dell’esperienza scolastica sta proprio nella relazione educativa e di apprendimento che un insegnante sa instaurare con i propri alunni, solo così le discipline da meri contenuti possono diventare strumenti per arricchire la mente e il cuore. Certo i risultati non toccano sempre i livelli di eccellenza, eppure ogni passo avanti viene apprezzato e valorizzato. Si può tranquillamente riconoscere che nella scuola, fortunatamente, sono ancora tanti gli insegnanti disposti ad aiutare i ragazzi nella fatica di superare le proprie paure per migliorarsi, uscendo dal conformismo del gregge e scoprendo le proprie qualità senza abbandonarsi ai modelli dominanti talvolta fuorvianti da un vero percorso di crescita. Chi, a vario titolo, lavora con i ragazzi sa che questa è la migliore arma a nostra disposizione per vincere l’abbrutimento, il senso di vuoto e la violenza. Sono molti i docenti che si muovono in questa direzione, ascoltando i loro alunni e offrendo loro una voce molte volte discorde dai modelli effimeri e dagli eroi delle riviste patinate. Il loro stile è una grande lezione di ottimismo che rende l’insegnamento prima di tutto un gesto di grande fiducia nei confronti del futuro e delle generazioni che lo abiteranno.
 

 

        

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